Un po’ di fisiologia da bar
Il tratto cervicale è un tubo flessibile (come amava definirlo il mio maestro J. Renauld) che assolve molteplici funzioni. Sostiene il peso della testa (a volte appesantita dai pensieri) poi serve al passaggio di cavi elettrici(nervi) che collegano la centralina(cervello) al resto del corpo. Contiene e protegge il midollo e le arterie vertebrali, le vene giugulari interne e la catena del neurovegetativo simpatico.
Questo tubo al suo interno contiene tre condotte(rossa, blu, gialla e grigia) rispettivamente riferibili al sistema arterioso, venoso, nervoso e linfatico. Queste garantiscono irrigazione, drenaggio, innervazione e la pulizia del cranio, dei visceri del collo e degli arti superiori.
Il tubo è flessibile, perché? E’ mia convinzione che il rachide cervicale debba essere flessibile e mobile per adattarsi ai movimenti del cranio. Questo infatti contenendo gli organi di senso dovrà muoversi per ottemperare la funzionalità visiva, uditiva ed olfattiva. Ricordiamoci che ci orientiamo e ci spostiamo nell’ambiente perché attratti da stimoli sensoriali.
La notevole mobilità del collo permette di girare il capo per guardare una bella donna, di volgere lo sguardo verso un bel tramonto, di seguire con occhi divertiti i bambini che corrono felici.
Attraverso il movimento cervicale possiamo organizzare, posizionare il capo verso una sorgente sonora, una musica bellissima o avvicinare l’orecchio a morbide labbra, che pronunciano dolci parole.
Grazie alla mobilità del rachide cervicale, il nostro capo ha seguito l’odore del seno materno, il profumo del pane caldo ed i sentori dei fiori di campo.
Accertato che il rachide cervicale e la testa si adattano agli stimoli sensoriali: visione, udito ed olfatto. Qualora uno di questi si danneggiasse cosa accadrebbe??
Per rispondere a questa domanda basti pensare all’atteggiamento rigido del tratto cervicale tipico negli ipovedenti. Le persone con deficit all’udito effettuano continui adattamenti con spostamenti e rotazioni laterali del rachide cervicale e del cranio, questi per avvicinarsi alle sorgenti visive o sonore.
Quindi il rachide cervicale ed il cranio compensano con adattamenti nei tre piani di movimento.
Questo per assolvere una funzione in cui l’essere umano riesca ad interagire con l’ambiente esterno.
Le compensazioni e gli adattamenti cinetici se protratti nel tempo, produrranno eccessi di tensione e fenomeni di usura (artrosi) alle superfici articolari delle vertebre.
Maledetta postura seduta!!
Una postura scorretta o poco funzionale può essere la causa di affezioni dolorose a carico del rachide cervicale. Questo accade soprattutto a persone che lavorano molte ore in posizione seduta, penso alle impiegate/i o alle/gli insegnanti o a quanti lavorano spostandosi in auto anche per lunghi tragitti. Spesso ci si sofferma ad analizzare soltanto la posizione del collo e del capo, senza capire che dipendono dal modo in cui posizioniamo il bacino. Questo se errato, genera compensi ed adattamenti muscolo-articolari che costringono le vertebre cervicali a lavorare in maniera anomala.
Attenzione quindi, una buona postura seduta non si ottiene con una sedia ergonomica ma grazie all’elasticità ed all’intelligenza del corpo.
Dovremmo sederci sulle natiche, non sulle vertebre lombari e sacrali. Stando seduti le spalle dovrebbero essere rilassate e lontane dalle orecchie.
Un collo da giraffa
Il rachide cervicale dovrebbe presentare una curva detta lordosi (la prima a formarsi) cioè a convessità anteriore. Con il progresso tecnologico (posizioni sedute protratte e lavoro al computer)e la ridotta mobilità del corpo, la postura di questa parte del corpo si altera. Questo fenomeno produce una deformazione statica detta rettilinizzazione del rachide. In parole semplici la zona cervicale non è più curva ma dritta come una bacchetta. E’ vero anche che un colpo della frusta a seguito di un tamponamento automobilistico spesso genera la stessa deformazione. E’ giusto precisare che la fisiologica lordosi del tratto cervicale serve ad ammortizzare meglio il peso della testa.
La rettilinizzazione quindi rappresenta una delle cause di cervicalgie. Tra le altre cause di natura posturale ci sono le contratture muscolari a carico dei trapezi superiori o medi. I trapezi aiutano l’inclinazione del collo e della testa ma partecipano anche al movimento di abduzione del braccio. Quindi se utilizziamo questo muscolo in maniera eccessiva o impropria, potremmo generare contratture. Molto spesso infatti i muscoli trapezi vengono reclutati erroneamente, questo per supplire all’inefficienza di altri muscoli (sovraspinato e deltoide) responsabili nelle prime fasi dell’apertura o abduzione del braccio. I trapezi intossicati dal continuo lavoro alterano così la mobilità del rachide cervicale.
L’unica strategia possibile sarà quella di scatenare un’ infiammazione.
Il dolore sarà utile a rendere consapevole ciò che inconsapevolmente il corpo ed i suoi meccanismi di compensazione hanno strutturato nel tempo.
Le cicatrici di un iper-lavoro muscolare producono i cosiddetti trigger point (punti grilletto).Questi sono nodi muscolari in costante eccitazione, se sollecitati producono dolore riferito anche in zone lontane. Per trattarli bisognerà fare una corretta diagnosi, questa se seguita da un buon lavoro di rieducazione posturale, permetterà al paziente di ritrovare il benessere.
Dal punto di vista estetico e posturale queste alterazione, si traducono in un accorciamento del tratto cervicale a cui si associa ipertonicità dei muscoli antero-laterali (sterno-cleido-mastoidei) e dei trapezi. Il risultato sarà la necessità di spostare il capo in avanti ma per non perdere l’orizzontalità dello sguardo, impegneremo i piccoli e potenti muscoli sotto-occipitali.
Il corpo instaurerà una postura a “fisarmonica” dove la testa sarà molto anteposta rispetto al torace.
Insomma avremo contratture ed accorciamenti muscolari un po’ ovunque, con la sensazione di portare un corsetto intorno al collo.
Nel caso di un’alterazione posturo-meccanica, i dischi (anelli di congiunzione tra una vertebra e l’altra) diventano instabili, saranno così soggetti a forze di compressioni anomale. Queste con il tempo possono evolvere in protusioni o ernie discali. Il disco inizia a danneggiarsi con il rischio che la sua parte interna (simile ad un tuorlo d’uovo) migri verso le radici dei nervi comprimendoli. La frittata sarà pronta ed il risultato purtroppo porterà ad una nevralgia cervico-brachiale.
La nevralgia cervico-brachiale si manifesta quando l’impianto elettrico cioè le radici dei nervi vengono compressi da un’edema infiammatorio oppure quando rimangono intrappolate per una restrizione del passaggio (come per i cavi elettrici all’interno delle canalette). L’irradiazione del dolore si può spostare verso la spalla, lungo il braccio e può interessare anche la mano o le singole dita.
Formicolii o parestesie (intorpidimento) alle estremità degli arti superiori confermano il quadro sintomatico. Questo tipo di dolori a volte sono più presenti durante la notte o nei movimenti di rotazione ed inclinazione del capo.
Può capitare che una nevralgia si presenti dopo che abbiamo esposto il collo al freddo umido o al getto di aria fredda climatizzata. Infatti si usa spesso l’espressione “colpo di freddo” o “colpo d’aria” per giustificare un dolore riferito al collo.
A mio parere però il condizionatore, i finestrini dell’auto aperti, le sudate estive, possono facilitare la comparsa dei sintomi, ma di base la zona potrebbe essere già soggetta a sofferenze ancora silenti.
Ritengo quindi che il fattore climatico o termico possa partecipare in associazione ad altri fattori e non esserne la causa scatenante. Altrimenti cosa dovrebbero soffrire i Norvegesi ed altri popoli che sono soggetti a temperature rigidissime?…
Infatti noto spesso che le cervicalgie si presentano nei mesi invernali cosi come in quelli estivi, pertanto si evince che il fattore climatico non ha la primarietà tra le cause.
Non riesco ad immaginare che un po’ di brezza di mare, magari durante una cena in buona compagnia, possa scatenare un dolore che ci rovini il momento magico.
A peggiorare le cose è l’eccessivo utilizzo degli smartphone, questi costringono il capo e quindi il collo in una posizione di flessione anteriore. I continui adattamenti ripetuti nel tempo possono deformare la fisiologica curvatura tanto del rachide cervicale quanto quello dorsale con una scomparsa della lordosi cervicale ed una accentuazione della cifosi dorsale.
Il progresso esige un prezzo da pagare ed il nostro corpo sembra la moneta ideale.